Pubblicata il: 14 Novembre 2023

RODI: ALLA SCOPERTA DEL VINO

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Descrizione

L’isola di Rodi copre poco meno di 1.450 chilometri quadrati di terreno montuoso nel Mar Egeo meridionale. Il monte Attavyros è il punto più alto, a 1.200 metri sul livello del mare e crea una topografia ondulata ideale per la viticoltura, con la maggior parte dei vigneti di Rodi piantati sui suoi pendii e ai suoi piedi. Antiche anfore recanti la simbologia tipica di Rodi sono state scoperte in tutto il bacino del Mediterraneo, suggerendo che la vinificazione fosse ben radicata sull’isola già nel VII secolo a.C. Durante il Medioevo, quando Rodi era sotto il dominio dell’impero ottomano, qui fiorì il commercio della Malvasia, poiché all’isola fu permesso di continuare a commerciare in vino. A causa dell’asprezza del suo terreno, Rodi ebbe la fortuna di evitare la diffusione della fillossera che ebbe un effetto così devastante sull’Europa nel XIX secolo; di conseguenza, rimangono molti vigneti storici e la loro composizione varietale riflette meglio la viticoltura tradizionale rispetto a molte delle isole vicine. L’enoturismo a Rodi è, bisogna ammetterlo, alla fase primordiale ma non del tutto assente ed infatti, dopo qualche tentativo andato inspiegabilmente a vuoto, siamo finalmente giunti presso una delle aziende vitivinicole storiche di Rodi, aperta dal 1928: Kounaki Winery. 𝐈𝐥 𝐯𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐝𝐢: 𝐊𝐨𝐮𝐧𝐚𝐤𝐢 𝐖𝐢𝐧𝐞𝐫𝐲 L’azienda si estende su circa 20 ettari di vigneti a regime biologico, immersa nelle serene e pittoresche zone semi-montane e montuose intorno al villaggio. La metà dei vigneti è coltivata con vitigni autoctoni, come l’Athiri e l’Amoriano, ma non mancano quelli tipici greci come il Moschato, l’Assyrtiko ed il Malagouzia (bianchi) e quelli internazionali, come il Cabernet Sauvignon, il Syrah e il Merlot. La gamma di produzione include varie etichette, dai monovitigno autoctoni fatti con l’Athiri (bianco) e l’Amoriano (rosso), passando dai blend internazionali stile bordolese per finire ai vini dolci naturali fermi. Non appena ci si è presentata l’opportunità, non ci siamo fatti mancare una bella degustazione: abbiamo così potuto assaggiare dieci etichette (ci sono tre livelli ed il nostro era quello intermedio) rappresentative dell’azienda e di quella che è la produzione locale. La qualità dei vini di Kounaki è alta, i vini hanno un loro carattere e sono ben distinti tra loro, sia i bianchi che i rossi che i dolci. La produzione dei bianchi, come spesso accade nelle isole, supera quella dei rossi, e le caratteristiche organolettiche sono più sfaccettate ed hanno maggiori sfumature e complessità rispetto ai vini rossi. Le potenzialità di invecchiamento, per alcuni vitigni ed etichette, come per esempio l’Alafantis – Syrah, Merlot e Cabernet Souvignon – sono notevoli (quello che abbiamo assaggiato era del 2016) e si possono spingere, a mio parere, anche fino ai 10 anni senza problemi.

Luoghi dell'esperienza

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Punto d'interesse

Kounaki Winery Shop, Emponas