Pubblicata il: 5 Novembre 2024

Reggio di Calabria. La città dei Bronzi e della Fata Morgana

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Descrizione

È la terra lodata da Gabriele d’Annunzio e decantata dai viaggiatori che si spostavano sulle rotte del Grand Tour. È la città della Fata Morgana, detta così per il fenomeno naturale che genera una magica visione: nelle giornate particolarmente terse e con mare calmo, la città di Messina proietta la propria immagine sul mare dello Stretto da sembrare sospesa sull’acqua e tanto più vicina alla sponda reggina quasi da poterla sfiorare. È anche la città dei Bronzi di Riace, capolavori della scultura ellenistica che con portamento fiero si lasciano ammirare nel MArRC, Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, un ampio e articolato allestimento che racchiude la storia del capoluogo calabrese. Perché Reggio di Calabria vanta origine assai remote, fondata come “Rheghion” nell’VIII secolo a.C. dai Calcidesi d’Eubea, fiorente città della Magna Grecia, Rhegium Julii sotto i Romani dei quali fu importante alleata. Più volte distrutta nei secoli da catastrofi naturali, nel 1908 fu rasa al suolo dal devastante terremoto che colpì anche Messina e completamente ricostruita negli anni seguenti. Oggi Reggio, moderna d’aspetto, si presenta con la sua pianta a scacchiera dai lunghi viali paralleli alla costa, a partire dal celebre lungomare, episodi architettonici di gusto classicheggiante, eleganti palazzi tardoliberty in colori pastello.


Ben poco rimane della città antica, ripetutamente distrutta da terremoti e rasa al suolo da quello del 28 dicembre 1908 che colpì profondamente anche Messina. In un sito di enorme importanza strategica, punto di passaggio delle rotte tra la Grecia e il Tirreno, Reggio vanta origini lontanissime, fondata come “Rheghion” nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. dai Calcidesi d’Eubea. Alla popolazione si unirono profughi messeni e per due secoli la città prosperò sotto un governo aristocratico, grazie anche alla posizione che le assicurava il controllo di importanti rotte commerciali marittime. Del lungo periodo greco, che vide la città in lotta con Locri, Crotone e Siracusa, resta solo un breve tratto di mura sul lungomare, mentre deboli tracce di terme ricordano la romana “Rhegium Julii”. Tappa fondamentale per capire l’antica e illustre storia di Reggio è il Museo archeologico nazionale, custode di preziosi reperti provenienti dalle numerose campagne di scavo, ai quali, dal 1972, si sono aggiunti i due possenti guerrieri in bronzo, rinvenuti in mare al largo di Riace. Città metropolitana e sede del Consiglio regionale della Calabria, Reggio si presenta con un volto decisamente moderno rivolto al lungo e luminoso lungomare, dove svettano, come in un grande e rigoglioso giardino, alti fusti di palme e maestosi Ficus magnolioides. L’Etna appare come un totem maestoso all’orizzonte, mentre Messina, nelle mattinate serene e terse, sembra così vicina da poterla sfiorare: è l’ipnotico “miraggio” della Fata Morgana che per un effetto ottico dovuto alla luce del sole che passa attraverso strati di aria a temperature diverse, fa apparire le cose come vibranti, sospese nel vuoto, quasi a portata di mano. E in effetti da questa rettilinea passeggiata tra il porto e la Villa comunale sembra davvero di toccare con mano quella striscia di terra siciliana al di là della Stretto, brillante di luci la sera, che appare come sospesa nel mare. Sorprendentemente dinamica, moderna, accogliente, Reggio mostra oggi tutti i requisiti della città-giardino, come fu disegnata dopo il terribile sisma del 1908, con pianta a scacchiera dai lunghi viali paralleli che scendono al mare o risalgono il declivio, dove si susseguono episodi architettonici di gusto classicheggiante, palazzi di inizio Novecento, negozi e animati locali, bar e ristoranti, in un tripudio di colori, profumi, sapori, piacevoli compagni durante la visita della città.

Luoghi dell'esperienza

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Punto d'interesse

Via Longitudinale, 10, 89134 Reggio Calabria RC, Italy

Punto d'interesse

MArRC Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Piazza de Nava 26
www.museoarcheologicoreggiocalabria.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Aperto al pubblico nel 1955, il museo è tappa fondamentale per comprendere la storia e la raffinata cultura che si svilupparono nella città e nella regione nell’antichità. Il percorso museale, che si snoda intorno a un luminoso cortile interno coperto da una moderna struttura in vetro, parte dal secondo piano e scende fino al piano interrato, ripercorrendo la storia calabrese dal Paleolitico alla tarda età ellenistica. Tra i numerosi manufatti litici provenienti da Tortora e dalle grotte di Scalea, le ceramiche impresse e dipinte del Neolitico, i corredi tombali affiorati nelle varie necropoli calabresi, spicca il graffito del “Bos taurus primigenius”, maestosa figura di uro che per la cura delle proporzioni e dei dettagli anatomici è considerata un capolavoro dell’arte preistorica. Dopo questo affascinante “viaggio” tra le prime testimonianze di popolamento dell’area dalla Preistoria alle età del Bronzo e del Ferro, si passa al primo piano con un’appendice al piano ammezzato. Dedicata alla Magna Grecia, la vasta sezione accoglie materiali architettonici, ceramici, metallici ed epigrafici da necropoli, centri abitati e santuari provenienti dalle colonie e dalle subcolonie greche: tra i reperti in mostra, particolarmente preziosi sono le figure e i busti femminili provenienti da Medma (Rosarno), le iscrizioni su tavolette in bronzo dall’area sacra di Zeus Olimpio a Locri e il grande gruppo acroteriale in terracotta policroma, detto “Cavaliere di casa Marafioti”, uno dei più grandi esempi dell’arte magnogreca che raffigura un giovane cavaliere sostenuto da una sfinge della seconda metà del V secolo a.C. Nel piano ammezzato la meravigliosa coppa di Varapodio in vetro e oro è custodita accanto a manufatti relativi alle civiltà dei lucani e dei brettii che partirono alla conquista della Magna Grecia. Al pianterreno la rassegna dei capolavori più noti e preziosi inizia dal cosiddetto “kouros” di Reggio, statua di giovinetto in marmo bianco di Paros risalente alla fine del VI secolo a.C., e prosegue fino alle possenti figure dei Bronzi di Riace, due capolavori della bronzistica greca del V secolo a.C. dispersi nel naufragio della nave romana che nel IV d.C. li trasportava a Costantinopoli e casualmente rinvenuti al largo di Riace nel 1972. Al piano interrato la necropoli ellenistica, venuta alla luce durante i lavori di scavo per la costruzione del palazzo che ospita il museo, è visitabile grazie al progetto “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano.

Punto d'interesse

Corso Garibaldi

Animata e piena di negozi, locali, ristoranti, luogo di passeggio dei reggini, la principale arteria cittadina corre parallela al lungomare Italo Falcomatà. È il nuovo volto di Reggio, realizzato dopo il terremoto del 1908 secondo un piano urbanistico che non solo rispondeva a criteri antisismici ma permetteva anche una più rapida ed economica ricostruzione. Intersecano il corso, che inizia dal Museo archeologico nazionale, vie rettilinee e parallele che scendono al mare o risalgono il declivio e, incrociando altre strade parallele, dividono la città in una scacchiera di isolati regolari: all’incrocio con via degli Ottimati, il settecentesco palazzo Nesci è l’unica dimora gentilizia sopravvissuta al terremoto del 1908. Numerose anche le piazze che si incontrano lungo il percorso definite da edifici pubblici cittadini, come quelli di inizio Novecento di piazza Italia, che ospitano istituzioni amministrative della città e del territorio reggino. Al centro, lucernari in vetro e acciaio lasciano intravedere resti della città romana e medievale venuti alla luce tra il 2000 e il 2005, comprendenti tracce di un grande asse stradale di età romana e di un quartiere con piccole abitazioni e botteghe artigianali. Nella successiva piazza Duomo, spicca bianca e luminosa la Cattedrale, una fantasiosa interpretazione degli stili romanico e gotico, rivisitati secondo il gusto del primo Novecento. Nell’ampio interno a tre navate, con decori e vetrate liberamente ispirate alle cattedrali gotiche, sono custoditi sepolcri seicenteschi di vescovi della città e un originale pulpito marmoreo di Francesco Jerace, decorato di palme in travertino provenienti dalla vecchia Cattedrale, della quale rimane, nel transetto sinistro, la cappella del Santissimo Sacramento, importante episodio barocco dalle pareti interamente rivestite di tarsie in marmi policromi e grandi statue di santi nelle nicchie.

Punto d'interesse

Lungomare Italo Falcomatà

Il più bel chilometro d’Italia, pare l’abbia definito Gabriele d’Annunzio. Vera o falsa che sia l’affermazione del Vate, il lungomare, che in ogni caso è lungo poco meno di 2 chilometri, è davvero splendido, cuore pulsante dell’anima reggina, definito da altissime palme, gigantesche magnolie dalle lunghe radici aeree, aiuole con fiori e piante esotiche, che regalano ombra e frescura alla lunga schiera di palazzi classicheggianti e tardoliberty, e con magnifico panorama sullo Stretto di Messina, con lo sfondo dei Peloritani e dell’Etna. Realizzato dopo il terremoto del 1908 e risistemato tra il 1994 e il 2000 con passeggiate a più livelli, è dedicato a Italo Falcomatà, sindaco di Reggio dal 1993 al 2001, anno della sua prematura scomparsa, noto per le sue battaglie in favore della legalità. Tra i monumenti che si celano nel verde spiccano tre grandi opere di arte moderna dalle forme umanoidi, della scultrice romana Rabarama, assai gettonate dai turisti per foto ricordo. Dalle linee moderne anche l’installazione permanente “Opera”, «un monumento per celebrare la contemplazione dello Stretto», come l’ha definita il suo artefice, Edoardo Tresoldi. Inaugurata nel 2020, l’architettura aperta e trasparente è composta da 46 svettanti colonne in rete metallica che “dialogano” proprio con il paesaggio luminoso dello Stretto.

Punto d'interesse

Casa della Cultura Pasquino Crupi

via Emilio Cuzzocrea 48
turismo.reggiocal.it/cultura/musei-e-installazioni/palazzo-della-cultura-pasquino-crupi
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Allestita in un ex brefotrofio degli anni Trenta del Novecento, nelle sue tre sale ospita capolavori di maestri del XX secolo, tra cui Carlo Carrà, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico, Massimo Campigli, Michele Cascella, Lucio Fontana e Antonio Ligabue, alcuni dei quali sequestrati a Gioacchino Campolo, potente boss della criminalità organizzata, opere di artisti locali, tele del Seicento e una pregevole mappa sismica settecentesca. Nel palazzo ha sede anche il Piccolo Museo San Paolo, che custodisce una notevole collezione di icone, in prevalenza russe, databili dal XVI al XX secolo. Prestigiose le altre collezioni, che annoverano arredi sacri e preziose argenterie dei secoli XVII e XVIII, sculture dal Medioevo al Settecento, dipinti sette-ottocenteschi e tavole dei secoli XV-XVI tra le quali un San Michele Arcangelo in cui alcuni studiosi vorrebbero riconoscere la mano di Antonello da Messina (ma l’attribuzione non è stata confermata); il volto dell’angelo fu sfregiato dai turchi durante una scorreria del XVI secolo.