Pubblicata il: 5 Novembre 2024

Alto Ionio cosentino: castelli e santuari tra i monti e il mare

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Descrizione

Tra le pendici del Pollino e il blu inconfondibile dello Ionio calabrese, immersi in un paesaggio collinare che evoca la Grecia, quattro luoghi raccontano antiche storie in grado ancora di affascinare il viaggiatore contemporaneo. In mezzo a profumati giardini di limoni e all’ombra del castello federiciano più scenografico della zona, Rocca Imperiale è uno di quei borghi-presepe del Sud Italia da visitare di vicolo in piazzetta alla ricerca dello scorcio perfetto da immortalare. Si scende al mare per un tuffo, vegliati dal castello di Roseto Capo Spùlico, oggi affascinante struttura turistica, in cui roccia e pietra sono indistinguibili. Ci si allontana nuovamente dal mare per raggiungere Oriolo, tra campi coltivati e colline dai colori mutevoli come le stagioni, per scoprire il ricco patrimonio culturale di questo borgo Bandiera arancione del Touring Club Italiano. Si sale infine di quota per raggiungere Cerchiara di Calabria e omaggiare la Madonna delle Armi, in un santuario scolpito nella roccia e immerso in un ascetico silenzio, da cui si spalanca una veduta mozzafiato su tutta la piana di Sibari e sul golfo di Taranto.


L’Alto Ionio cosentino è un compendio di natura, cultura e tradizioni diffuso su un territorio che dalle pendici del Pollino si spinge fino al mare. Qui, borghi dal sapore schietto e dalla storia antica attendono solo di essere scoperti, in un piacevole zigzagare tra la costa e il primo entroterra collinare. A Rocca Imperiale, prima o dopo un bagno rinfrescante e due passi sulla sua bella spiaggia dai sassi bianchi e levigati, si percorrono i vicoli silenziosi del centro storico. Si getta un’occhiata alla bella chiesa Madre, ma si punta soprattutto al Castello svevo, nido d’aquila visibile a chilometri di distanza, voluto da Federico II a dominio del territorio. Legato al nome del grande imperatore svevo è anche il castello di Roseto Capo Spùlico: è un privilegio potersi tuffare all’ombra di una fortezza così scenografica, per poi raggiungere lo scoglio a forma di incudine, altro simbolo di questo luogo. Si risalgono valli tra basse colline, dove le popolazioni costiere si trasferirono dopo l’anno Mille per sfuggire agli assalti saraceni, e si raggiungono Oriolo e Cerchiara di Calabria. Nel primo borgo, già alle falde del massiccio del Pollino, le memorie delle antiche casate feudali e nobiliari si riverberano in un ricco e diversificato patrimonio culturale disseminato in tutto il suo bel centro storico, tra palazzi e piccoli musei, e culminano in un castello attentamente restaurato. Da Cerchiara, celebre per un pane preparato ancora in maniera tradizionale e per le acque sulfuree, una strada tortuosa tra i boschi raggiunge il santuario della Madonna delle Armi, dove una Vergine acheropita, ovvero secondo la tradizione “non dipinta da mano umana”, impregna l’aria di misticismo. Il luogo di culto ha preso il nome dalle grotte circostanti (tòn armòn in greco) che scavano il monte Sellaro (1439 m), ultima propaggine orientale del Pollino. Da una parte i monti e dall’altra l’infinita distesa blu del mar Ionio: da quassù l’Alto cosentino esercita a pieno il suo incanto.

Luoghi dell'esperienza

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Punto d'interesse

Via Trevie, 36, 87074 Rocca Imperiale CS, Italy

Punto d'interesse

Rocca Imperiale

COMUNE DI ROCCA IMPERIALE
Via Castello Aragona
www.roccaimperiale.info

La si individua facilmente fin da lontano Rocca Imperiale, con il suo inconfondibile scenario di piccole case intatte disposte a cascata sul fianco del colle e sormontate dalla massiccia mole del castello. Protetta da poderose mura di cinta e da un profondo dirupo, la fortezza fu eretta dopo il 1220 da Federico II, come tappa intermedia durante gli spostamenti della corte tra la Sicilia e la Puglia. E proprio da essa e dall’imperatore svevo questo borgo ha preso il nome. Il nucleo medievale del maniero, completato in epoca aragonese, crebbe nel Settecento, quando i duchi Crivelli innalzarono un palazzo nella parte più elevata. Dopo il declino del complesso fortificato, abbandonato e svuotato degli arredi, a partire dagli anni Novanta del Novecento è avvenuto il suo recupero. In paese, attentamente restaurato e valorizzato, domina la chiesa Madre di Santa Maria Assunta, risalente al XIII secolo ma ricostruita due secoli più tardi e molto rimaneggiata nel Settecento: della fase iniziale conserva un rosone e uno splendido campanile di forme siculo-normanne. Dalla terrazza antistante si spalanca un panorama di colline, agrumeti e campi coltivati che si spinge fino al mare. Nella parte bassa del borgo sorge il convento di Sant’Antonio, eretto tra la fine del XVI secolo e l’inizio del successivo per i minori osservanti, e che oggi ospita un divertente Museo delle Cere.

Punto d'interesse

Oriolo

COMUNE
Via Pietro Toscani 75
oriolo.eu

Casette dal sapore contadino e vicoletti con vedute sempre più ampie sulla valle del Ferro conducono fino al poderoso castello di Oriolo. Risalente all’epoca normanna, fu un’importante roccaforte, strategicamente posizionata al crocevia di rilevanti strade di transito. Di forma quadrangolare, mostra ancora il mastio quadrato normanno; originariamente il castello era munito di quattro bastioni e torri angolari, due delle quali crollate in seguito a una frana. Al suo interno, completamente restaurato e riarredato, i diversi ambienti rievocano il fasto dei tempi passati, quando in paese dominavano i Sanseverino da Salerno e poi i marchesi Pignone del Carretto: la piazza d’arme, la sala dei banchetti, la stanza delle udienze, la torre del Trionfo di Apollo e il salone delle bandiere. Nel borgo, insignito della Bandiera arancione del Touring Club Italiano per l’ottimo stato di conservazione, si visita anche la chiesa Madre di San Giorgio, di origine normanno-sveva, come testimoniano i due leoni di pietra a guardia dell’ingresso, ma profondamente trasformata nel Settecento. Tra le opere d’arte custodite spiccano una statua della Madonna col Bambino, eseguita nel 1581 in una bottega napoletana, e un monumentale altare ligneo barocco con tabernacolo in madreperla, proveniente dal distrutto convento dei Cappuccini.

Punto d'interesse

Roseto Capo Spùlico

COMUNE
Via Niccolò Converti 2
comune.rosetocapospulico.cs.it

CASTELLO FEDERICIANO
www.castellofedericiano.it
Condizioni di visita: il castello è visibile solo dall’esterno o rivolgendosi alla struttura

Nell’XI secolo Porta Roseto segnava il confine tra le giurisdizioni del normanno Roberto il Guiscardo e di suo fratello Ruggero II d’Altavilla. Fu poi lo svevo Federico II, nel secolo successivo, a rafforzare il Castrum Petrae Roseti, la fortezza che si erge scenograficamente su uno sperone roccioso a picco sul mare. Anche se profondamente trasformata nel corso dei secoli, è ancora possibile ammirarne la splendida struttura con tre torri, di cui una più alta e dotata di merli. Insieme alla torre di Albidona e alla vicina torre Spaccata (di cui restano solo i ruderi), il castello fu inserito nel XVI secolo nel sistema di avvistamento e controllo della costa calabrese contro le incursioni di navi turche. Restaurato, è oggi diventato una struttura turistica di richiamo, dall’atmosfera fiabesca e dalle vedute mozzafiato. Su un’altura che guarda il mare e il castello si dispone il centro abitato, il cui nome deriva da una rigogliosa coltivazione di rose con i cui petali si confezionavano i cuscini delle principesse sibarite. Vi sopravvivono alcune porte d’accesso, qualche traccia delle mura tre-quattrocentesche e, tra le chiese, suggestiva è quella dedicata all’Immacolata Concezione: di età medievale, ingloba sulla facciata due frammenti di un sarcofago trecentesco.

Punto d'interesse

Santuario di Santa Maria delle Armi (Cerchiara di Calabria)

Strada Statale 92
www.facebook.com/santuariosantamariadellearmi
Condizioni di visita: ingresso gratuito

A una dozzina di chilometri da Cerchiara di Calabria, paese rinomato per un pane a lievitazione naturale cotto nel forno a legna e per la presenza di acque sulfuree, si trova uno dei luoghi più intensamente spirituali della Calabria. Alle pendici del monte Sellaro, detto anche monte Santo, a più di mille metri sul livello del mare, il santuario di Santa Maria delle Armi racconta una storia lunga e affascinante. Sorto sul luogo un tempo occupato da un romitorio bizantino, il santuario si è adattato nel corso dei secoli alla conformazione della parete rocciosa. All’interno, in una cappella scavata nella roccia e decorata da marmi policromi, una teca d’argento settecentesca racchiude l’icona della Madonna delle Armi, graffita su pietra scura. Leggendario il suo ritrovamento, avvenuto attorno al 1440: si dice che sarebbe avvenuto all’interno di una pietra di forma ovale, motivo per cui la tradizione sostiene che sia stata dipinta da una mano divina. La Vergine viene celebrata ogni 25 aprile con una solenne processione che si snoda tra i monti circostanti.