Pubblicata il: 14 Gennaio 2025

Il Metapontino. Tra spiagge, archeologia e borghi

1 Reazione

0

488

Wonders

Esperienze

0

Followers

0

Seguiti

0

Info utili

EcoKuriU

Scopri i bollini Eco

Descrizione

La “California del Sud”. Questo l’appellativo che si è guadagnato il Metapontino, grazie alla riforma agraria che negli anni ’50 del Novecento ha regalato a questa terra campi coltivati, case coloniche, orti e frutteti. Il territorio di cui stiamo parlando si estende per 800 km2 in tre regioni: Puglia, Calabria e, soprattutto, Basilicata. A coinvolgere questo itinerario è proprio il Metapontino lucano, che va da Metaponto a Marina di Pisticci e comprende l’entroterra compreso tra i fiumi Basento e Agri. Un percorso fatto di una grande varietà paesaggistica e culturale che tocca borghi ricchi di storia, archeologia, oltre a patrimoni naturali e balneari di rara bellezza. Si parte da Metaponto, si sale a Bernalda con la superstrada Basentana, ovvero la SS 407, e si prosegue per Montalbano Jonico, con una dovuta deviazione a Pisticci, arroccato su un colle. Dopodiché si può tornare sui propri passi e raggiungere prima Montalbano Jonico e infine Scanzano Jonico percorrendo la SS 106 verso Bari. Sarà subito chiaro agli occhi dei visitatori che tutti questi


La regione del Metapontino si estende per circa 800 km2 e coinvolge per la maggior parte la Basilicata e per qualche tratto Puglia e Calabria. Questo itinerario, tuttavia, si sofferma sui principali punti di interesse lucani. Qui, il Metapontino è caratterizzato da spiagge sabbiose, fondali bassi e mare cristallino, ma anche da vaste aree verdi e riserve naturali come quella di Policoro e Metaponto. Ci sono anche i fiumi Cavone, Bradano, Basento, Agri e Sinni che sfociano tutti nel Mar Ionio e i famosi calanchi. Poi, importanti e antichissimi siti archeologici. Questo perché il Metapontino venne popolato sin dall’VIII secolo a.C. dai greci, che sul suo suolo costruirono ville, santuari, teatri, necropoli e templi. Nel borgo di Metaponto, infatti, è possibile visitare i resti dell’antico agglomerato di Metapontum, con tanto di area sacra, ma anche il Museo archeologico nazionale di Metaponto che conserva i documenti e le testimonianze delle civiltà che hanno abitato l’area secoli addietro. La seconda tappa, Bernalda, accoglie in sé edifici antichi come il Castello Aragonese, un lido, e grandi spazi verdi. Ci si addentra poi verso Pisticci, arroccata su un ripido colle e circondata dai calanchi, particolari e suggestive conformazioni del terreno dovute al suolo argilloso e soggetto a frane. Frane che hanno scosso più volte il borgo. Con Montalbano e Scanzano Jonico ci si avvicina alle spiagge e al verde delle riserve: al primo, ad esempio, appartiene la Riserva calanchiva di Montalbano, con ricche fauna e flora.

Luoghi dell'esperienza

Vedi su mappa

Punto d'interesse

Bernalda

PRO LOCO
Corso Italia 42
www.prolocobernalda.it

A differenza della vicina Metaponto, il borgo di Bernalda, affacciato sulla valle del Basento, è sorto molto tempo dopo, nella seconda metà del XV secolo, da Berardino de Barnaudo, un nobile cosentino con incarichi importanti nel regno di Napoli, come quello di segretario del re Alfonso II d’Aragona. Il barone spostò l’antico insediamento di Camarda in una zona più protetta, in cui i pirati avessero più difficolta a entrare e compiere le loro incursioni. Dopo l’Unità d’Italia Bernalda subì uno spopolamento ma verrà poi col tempo ripopolata fino a diventare un’importante meta storica e turistica della Basilicata. Edifici sette-ottocenteschi e case a schiera caratterizzano la parte più antica della città, mentre nella piazza centrale si trova l’antico Castello Aragonese: risalente al Quattrocento, è sede della Pinacoteca. Sempre in piazza si trova la parrocchiale di San Bernardino da Siena o Chiesa Madre, del secolo successivo, edificata per volere del barone e caratterizzata da un tozzo campanile, mattoni in terracotta e cupole di stile bizantino. La sede del Municipio si trova all’interno di un convento secentesco, più precisamente nel suo chiostro, dove spesso si tengono anche concerti e spettacoli vari. L’ottocentesco Palazzo Margherita è diventato un esclusivo resort a cinque stelle, in seguito al suo acquisto da parte del celebre regista Francis Ford Coppola, che ha scelto Bernalda come luogo prediletto per la villeggiatura e che ha addirittura ricevuto la cittadinanza onoraria. Molto interessanti sono anche la Chiesa del Carmine e la Chiesa del Convento di Sant’Antonio da Padova, che ospitano entrambe al loro interno due grandi crocifissi lignei dell’Ottocento. Poco fuori dall’abitato vi sono i resti della masseria San Salvatore, di proprietà dei Benedettini di Montescaglioso, che oggi ospita eventi e matrimoni. Ma Bernalda non è solo architettura, infatti a ridosso della costa metapontina si trova la Riserva di Metaponto, anche conosciuta come Bosco di Metaponto. Un’area di circa 240 ettari compresa tra la foce del fiume Bradano e quella del Basento. La sua flora è caratterizzata in particolare da cipressi, pini domestici, eucalipti; mentre la sua fauna presenta tra gli altri gli aironi cenerini stanziali, le cicogne e i fenicotteri e, a volte, nella frazione di riserva vicino al mare è possibile avvistare le tartarughe marine Caretta Caretta.

Punto d'interesse

Metaponto

PRO LOCO
Piazza Giovanni XXII
www.prolocodimetaponto.it

Un paese di poco più di mille anime, edificato dopo la riforma agraria negli anni ’50 del Novecento. Prima dei tempi moderni, dello sviluppo del turismo balneare che riempie soprattutto Lido di Metaponto, con una spiaggia molto ampia, il mare cristallino e i fondali bassi, giardini e viali alberati, Metaponto fu uno dei centri più importanti della Magna Grecia, di cui oggi si può visitare quel che ne rimane nel Parco archeologico. Fondata nella seconda metà del VII secolo a.C., Metapontum aveva un impianto regolare con strade che si incrociavano ortogonalmente. Nell’area sacra sono visibili i principali templi della città, risalenti tra il VI e il V secolo a.C.
Del primo, dedicato ad Atena, una piccola stanza, rimangono qualche frammento del rivestimento in terracotta e pochi blocchi squadrati. Il maggiore è il tempio di Hera, eretto in stile dorico, ma più avanti ricostruito nel fronte orientale, aveva in tutto trentadue colonne, di cui ne rimangono quindici. Questo tempio è conosciuto anche come “tempio delle Tavole Palatine” in riferimento all’ipotesi che qui avvenissero le riunioni dei paladini di Francia giunti in Basilicata per difendere il territorio dai saraceni. Il terzo tempio, di cui non rimane granché, è in onore di Apollo Lykaios; ancora meno resta del tempio di Artemide, che risale al 470 a.C. e che gli studiosi attribuiscono allo stile ionico. Separata dalla zona sacra è l’agorà, l’antica piazza principale della polis. Qua si trova un teatro a emiciclo rialzato, dato il terreno pianeggiante, decorato all’estero da colonne con fregio in stile dorico, che ospitava gare di atletica, spettacoli e le assemblee cittadine. Sulla sinistra si trova invece il keramikos, ovvero il quartiere dei ceramisti. Più recente la zona con i resti di un antico castrum romano, probabilmente ospitante la guarnigione militare, che fu riutilizzata anche in epoca cristiana, con la costruzione di un luogo di culto con tanto di battistero. Per approfondire la conoscenza dell’antica Metaponto, alla periferia dell’abitato moderno, è stato allestito il Museo archeologico nazionale di Metaponto, che conserva i documenti relativi alla città antica, ma anche reperti come ceramiche, vasi, oggetti di uso quotidiano, terrecotte architettoniche.

Punto d'interesse

Pisticci

PRO LOCO
Via G. Di Giulio 26

Il borgo di Pisticci è uno dei borghi più antichi della regione, si trova fra il corso del Basento e il corso del Cavone, ed è accerchiata dai famosi calanchi lucani, particolari e affascinanti colline di roccia argillosa che l’acqua ha eroso formando profondi solchi sui versanti. Gran parte della città fu distrutta alla fine del Seicento da una frana dovuta proprio alla natura argillosa e quindi fragile del terreno, e il suo nucleo antico, che si estendeva dal Castello alla Cattedrale, fu spaccato in due. Nel Settecento, attorno a questi due edifici, prese forma la parte alta della città detta Terravecchia, popolata da palazzi gentilizi. Questo rione costituisce anche la parte più antica di Pisticci, e conserva una torre di forma cilindrica e alcuni resti del Castello, di fronte al quale venne costruita la Chiesa Madre dedicata ai santi Pietro e Paolo, dal cui sagrato si ha una vista panoramica sul mare. Altra zona rilevante di Pisticci è il rione Dirupo, conosciuto anche come Casalnuovo e costruito in seguito alla frana avvenuta nel 1688, caratterizzato da un esempio di architettura spontanea contadina: lunghe file di piccole “lammie”, ovvero casette bianche a schiera a un solo piano e con il tetto rosso, motivo dell’appellativo di “la città bianca” dato a Pisticci. Nel rione ha un posto sopraelevato la Chiesa dell’Immacolata, con una vista panoramica sulla valle circostante. Anche Pisticci ha un interesse di tipo archeologico, evidente nella zona degli scavi svolti dall’Università di Milano negli anni ‘70 del Novecento. L’area archeologica si trova in località San Teodoro, sulla riva destra del fiume Basento, dove sono stati riportati alla luce i resti di un villaggio enotro del IX secolo a.C. e di una successiva civiltà greca. I reperti oggi sono conservati presso il Museo archeologico di Metaponto. Altro pregio di Pisticci è la sua spiaggia, grande e sabbiosa, con villaggi vacanza e locali alla moda. Infatti, è diventata in tempi recenti, una meta di villeggiatura molto gettonata. Infine, altro motivo di vanto della cittadina, è l’Amaro Lucano, nato proprio qui, motivi di vanto è conosciuto c’è il famoso Amaro Lucano, che è nato proprio qui e di cui si può visitare il museo “Essenza Lucano”, che racconta, attraverso un percorso multisensoriale, la storia del liquore e dell’azienda.

Punto d'interesse

Montalbano Jonico

PRO LOCO
Piazza Rondinelli 4

A dominio della bassa valle dell’Agri, Montalbano Jonico si inserisce nel suggestivo scenario dei calanchi. Protetti dal 2011 dalla Riserva calanchiva di Montalbano Jonico, qui i calanchi si estendono fino a campi coltivati e si circondano di boschi di pini e cipressi abitati da molti animali, specialmente volatili, tanto che l’area è riconosciuta a livello europeo come Important Bird Area. Le origini del nucleo urbano di Montalbano sono da ricercare in tempi remoti, arrivando fino alla vittoria di Pirro a Heraclea. La via principale, sulla quale si sviluppano gli edifici storici più importanti, è corso Carlo Alberto. Qui si trova Palazzo Rondinelli, che nel 1799 accolse i primi repubblicani antiborbonici, e che ospita la Biblioteca civica Filippo Rondinelli. L’intento della biblioteca è quello di documentare al meglio delle sue possibilità la storia della città e di quelle limitrofe. Il suo patrimonio è infatti vastissimo, tra cui un fondo costituito da libri antichi e di pregio, e un altro di volumi moderni. Sempre in corso Carlo Alberto si trova la Porta Castello Terravecchia, che risale al XIX secolo ed è anche conosciuta come Porta dell’Orologio. L’omonimo rione Terravecchia inizia proprio qui: vi troverete in un labirinto di stretti vicoli e archi di origine arabo-normanna. A picco su un ripido calanco, si trova il molino Donadio, una costruzione tipica di questo quartiere. Nei pressi del molino vi sono i resti di un’antica mulattiera che veniva utilizzata per raggiungere gli agrumeti e i gli orti a fondovalle. Alla fine del corso principale di Montalbano Jonico si interseca la via Dante Alighieri, dove si trova la Chiesa di Santa Maria d’Episcopio o Chiesa Madre, costruita nel XVI secolo ma ristrutturata più volte nel Settecento. Da Montalbano Jonico non è difficile raggiungere alcune località balneari, come il lido di Scanzano Jonico o quello di Policoro. Ma anche le spiagge di Metaponto, Marina di Pisticci, Marina di Rotondella e Marina di Nova Siri.

Punto d'interesse

Scanzano Jonico

PRO LOCO
Via Dei Mille, 39/41

Scanzano Jonico risale a epoche antiche, infatti sul suo suolo sono stati ritrovati reperti archeologici che appartengono al XIII-XI secolo a.C. Scanzano è oggi principalmente conosciuto per la sua produzione ortofrutticola, grazie alle bonifiche attuate negli anni ‘50 del Novecento e l’assegnazione di poderi per la coltivazione di agrumi, tabacco e altri ortaggi. Il paese non è grandissimo, ma può vantare architetture interessanti come il Palazzo Baronale o “Palazzaccio”, costruito su un casale medievale di cui venne salvata solo la chiesa e un carattere pittoresco dato dalle tipiche casette a schiera bianche, un tempo abitazioni dei coloni che lavoravano le terre. Interessante da visitare anche la Chiesa Madre dell’Annunziata, che al suo interno conserva una corona d’argento del 1715 e altre sculture lignee del XVIII secolo. Tuttavia, il maggiore motivo d’incanto di Scanzano sono le sue spiagge - ampie, dorate, e abbracciate da pinete - e le acque limpide dello Ionio. La spiaggia più nota è chiamata Terzo Cavone, dal nome del fiume che scorre lì vicino. Si nota, sul litorale, un’imponente torre di avvistamento aragonese costruita a difesa delle incursioni saracene. Mentre, a qualche chilometro dal paese, sulla sponda destra del fiume, sono stati rinvenuti i resti di una antica villa romana, la villa del Termitito (del II secolo a.C.), con un’area destinata alla produzione agricola collegata da un’ampia corte por¬ticata alle abitazioni e ai locali di servizio.