Pubblicata il: 23 Aprile 2025

La Valsugana. In bici lungo fili d'acqua e d'asfalto

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Descrizione

La Ciclabile Valsugana si estende per 80 chilometri fra Trentino e Veneto, collegando Pergine Valsugana, vicino al lago di Caldonazzo, a Bassano del Grappa. Il percorso, premiato nel 2020 con l’Italian Green Road Award, offre una vista mozzafiato su paesaggi naturali incontaminati, boschi, prati e frutteti, con il fiume Brenta come compagno di viaggio e borghi storici da visitare. La ciclovia muove in gran parte su strada asfaltata e ben curata; la leggera pendenza e la presenza di aree di sosta, punti di ristoro e BiciGrill (che oltre a sfamarvi e dissetarvi vi offrono informazioni, assistenza e riparazioni), la rende adatta anche famiglie con bambini al seguito. L’itinerario parte da Pergine Valsugana e termina a Bassano del Grappa, facendo tappa a Caldonazzo, Levico Terme e Borgo Valsugana.


La Valsugana è un’ottima alternativa alle altre, più blasonate, valli dolomitiche. Incastonata tra le Prealpi Venete e il Trentino ha un che di incredibilmente autentico, un’autenticità che si legge nel passato ricco di storia e nella sua natura, che non teme confronti. Da secoli crocevia di popoli e culture, questa valle ha visto l’affaccendarsi di Romani, Longobardi, del Principato Vescovile di Trento e dei conti di Tirolo, che hanno lasciato tracce ancora oggi visibili nei suoi borghi e castelli. Da qui passava per esempio un tratto dell'antica Via Claudia Augusta Altinate, arteria romana che collegava l’Adriatico all’Austria. Immaginatevi i legionari romani, i mercanti e i pellegrini che un tempo percorrevano queste terre, portando con sé storie, leggende e merci. Poi c’è l’anima verde della Valsugana, fatta di laghi cristallini come quelli di Levico e Caldonazzo, di montagne che toccano il cielo e si specchiano nelle acque, di sentieri che si snodano tra boschi rigogliosi. Il modo migliore per esplorare la valle è in sella a una bicicletta lungo la Ciclabile della Valsugana, un vero e proprio must per gli amanti delle due ruote: un nastro d’asfalto che serpeggia dolcemente per circa 80 km, da Pergine Valsugana fino a Bassano del Grappa, seguendo il corso placido del fiume Brenta. Da tappa a tappa, frutteti rigogliosi, antichi mulini ad acqua, borghi pittoreschi e aree naturalistiche come il Biotopo Inghiaie nei pressi di Levico Terme, la Riserva naturale della Palude di Roncegno e la Riserva naturale di Fontanazzo a Grigno. Non è un caso che la ciclabile abbia ricevuto nel 2020 il premio Italian Green Road Award come pista ciclabile più verde d’Italia. Altro punto a favore è la facilità del percorso, privo di dislivelli significativi e con la presenza lungo il tracciato di punti di sosta, ristoro e assistenza, come i BiciGrill di Levico Terme, Tezze di Grigno, Castelnuovo e Novaledo.
Inforcate la bici a Pergine Valsugana, dominata dal suo Castello del XII secolo, con un grazioso e vivace centro storico e il Parco dei Tre Castagni, e percorrete poco più di 10 chilometri, in parte a bordo lago, per raggiungere Caldonazzo, raccolto intorno alla Magnifica Corte dei Conti Trapp, casa-fortezza del XIII secolo.
A brevissima distanza, circa 5 chilometri, immergetevi nelle atmosfere ottocentesche e nelle acque depurative di Levico Terme, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Prossima tappa, Borgo Valsugana, pittoresca cittadina d’origini romane che rivela nell’architettura l’influsso veneto. Una volta qui non potete perdervi la visita di Arte Sella, grande progetto di land art inserito nei boschi della Valsugana. Poco più di mezz’ora di strada vi separa dalla Riserva naturale di Fontanazzo, che ospita una grandissima varietà di flora e di fauna, principalmente appartenenti alle zone umide e rifugio di numerose specie di uccelli e mammiferi. Da qui si riprende a pedalare verso il confine con il Veneto e l’ultima tappa: Bassano del Grappa. Sarà amore a prima vista, un po’ perché siete giunti alla meta, un po’ (anzi, soprattutto) perché la cittadina è un vero gioiello, con il suo leggendario Ponte Vecchio, le vie acciottolate del centro storico, i palazzi veneziani affacciati sulle piazze porticate che invitano a curiosare tra botteghe artigiane e boutique.

Luoghi dell'esperienza

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Punto d'interesse

Pergine Valsugana

UFFICIO INFORMAZIONI
Piazza Serra 10, Pergine Valsugana
www.visitvalsugana.it

CASTELLO DI PERGINE
Via al Castello 10, Pergine Valsugana
castelpergine.it
Condizioni di visita: visite guidate a pagamento

Porta d'accesso alla Valsugana, Pergine è una vivace cittadina dalla storia millenaria. Abitata già in epoca preistorica dai Reti, passò poi sotto dominio romano. Fu nel Medioevo però che conobbe il suo massimo splendore, quando a governarla furono i conti di Tirolo, dopo essersela a lungo contesa con il Principato vescovile di Trento. A testimonianza di questo glorioso passato svetta ancora su un colle il Castello di Pergine, rimasto praticamente invariato sin dal XII secolo. Mura merlate con torri circolari e quadrate, corti interne, loggiati, sale spoglie e austere o affrescate con storie che narrano episodi del passato: tutto qui evoca la vita che una volta animava il castello. Oggi è sede di un albergo e ristorante oltreché di mostre temporanee ed eventi culturali, per cui è solamente in parte visitabile, ma salire quassù ne vale davvero la pena. Anche il centro storico ha un suo perché: strade e piazzette lastricate, palazzi signorili porticati e chiese ricche di arte. In piazza Municipio si erge il Palazzo Comu¬nale, del 1697 con una doppia scalinata e inferriate artistiche del XVIII secolo. In piazza S. Maria invece, vi sono tre piccole chiese che costituiscono un altro pezzo di storia di Pergine. Una è la chiesa di San Carlo, che risale al periodo barocco ma si presenta molto umile e semplice, ridotta all’essenziale, seppur elegante nel suo candore. La pieve della Natività di Maria, costruita nel tipico stile architettonico romanico trentino, anch’essa molto semplice ma affascinante, con una facciata in pietra e un campanile slanciato. La terza è intitolata a Sant’Antonio Abate, il santo protettore degli animali e dei malati, particolarmente venerato in molte comunità rurali. Come le precedenti non pecca di eccentricità e la sua posizione isolata è ideale per la meditazione e la preghiera. Tutt’altra storia la racconta invece il Parco ai Tre Castagni: area verde ai piedi del colle del castello, è stato ricavato dai giardini dell’ex ospedale psichiatrico dove fu internata a forza Ida Dalser, prima compagna di Mussolini e mamma del suo primo figlio, anche lui rinchiuso in manicomio. Il film Vincere di Marco Bellocchio, del 2009, racconta magistralmente questa vicenda.

Punto d'interesse

Caldonazzo

COMUNE DI CALDONAZZO
Piazza Municipio 1
comune.caldonazzo.tn.it

Circa 10 chilometri di strada, mezz’ora di tempo e un tracciato asfaltato che segue il corso del fiume Brenta e, in parte, una passerella a bordo lago, quello di Caldonazzo. Così si raggiunge la seconda tappa della Ciclabile della Valsugana. Va detto subito: il lago di Caldonazzo non è il solito laghetto di montagna. Innanzitutto per le misure: i suoi 4735 metri di lunghezza e 1870 di larghezza lo rendono il più grande lago del Trentino non condiviso con altre regioni. Poi per le sue acque, incredibilmente calde in estate, e tanto limpide da meritare la Bandiera Blu. Sulle sue sponde non mancano spiagge libere o attrezzate, per il relax o il gioco dei bambini. Se invece siete tipi da “mani in pasta” sappiate che ci sono anche scuole di vela e windsurf, per imparare o migliorare la tecnica. Per chi cerca qualcosa di adrenalinico c’è lo sci nautico, mentre chi preferisce un ritmo più blando può noleggiare un kayak o un SUP. Insomma, un luogo che riesce ad accontentare un po’ tutti. Anche perché, lasciandosi alle spalle la vivacità della riva, c’è il piccolo borgo di Caldonazzo da visitare. Piccolo, ma con un certo carattere. Il borgo si raccoglie attorno alla casa-fortezza conosciuta come Magnifica Corte dei Conti Trapp che originariamente era circondata da una muraglia con al centro una torre. Con il passare dei secoli numerosi ampliamenti ne hanno modificato la struttura. Venne, per esempio, costruito il palazzo nuovo, ricco di affreschi e collegato al palazzo vecchio conferendo alla corte un aspetto più unitario. Accanto venne eretto il Decimario in cui venivano stipati i raccolti come tributo ai Conti. Passeggiare nel suo cortile interno è come fare un salto indietro nel tempo, immaginando la vita nobiliare di un'epoca passata. Oggi la Magnifica Corte ospita spesso eventi culturali, mostre e manifestazioni, diventando un vivace centro di aggregazione per la comunità e un'attrazione imperdibile per i visitatori. Di fronte, la parrocchiale di San Sisto era filiale della pieve di Calceranica. L’edificio risale al XIV secolo ma subì le principali modifiche nel corso del XVII secolo. Al suo interno, oltre a diverse opere d'arte si conserva una pietra tombale paleocristiana.

Punto d'interesse

Levico Terme

CONSORZIO LEVICO TERME
Via Regia 13
visitlevicoterme.it

Un borgo elegante, dove si respira ancora l'eco dei fasti asburgici. Sì, Levico Terme, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, sa ancora di Belle Époque. Ha conservato pressoché immutato le atmosfere ottocentesche, quando nobili europei venivano qui, a rallentare il ritmo delle fatiche di corte e ritemprarsi alle famose terme immergendosi nelle acque arsenicali-ferruginose dalle proprietà terapeutiche di Levico. Il cuore pulsante è sicuramente il suo Parco delle Terme, un'esplosione di verde con alberi secolari, vialetti sinuosi e, ovviamente, le terme. Piacevole però anche perdersi tra le vie del centro, curiosando tra le botteghe artigiane. Po c’è il lago, che come il vicino di Caldonazzo, ma in una forma ridotta che manda a memoria un fiordo norvegese, offre acque pulitissime e calde, premiate con la Bandiera Blu. Le sue sponde sono circondate da fitti boschi attrasersati da sentieri da percorrere in lentezza, come la panoramica via dei Pescatori che si snoda a bordo lago per meno di 5 chilometri. E se tutto ciò non è sufficiente, una passeggiata di mezz’ora conduce alla trecentesca chiesa di San Biagio, decorata con affreschi del XVI e XV secolo, e al forte di Benne.

Punto d'interesse

Borgo Valsugana

UFFICIO INFORMAZIONI
Piazza De Gasperi, Borgo Valsugana
visitvalsugana.it

MOSTRA PERMANENTE DELLA GRANDE GUERRA IN VALSUGANA E SUL LAGORAI
Vicolo Sottochiesa 11, Borgo Valsugana
mostradiborgo.it
Condizioni di visita: temporaneamente chiusa

ARTE SELLA
Val di Sella, Borgo Valsugana
artesella.it
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Unico paese trentino ad adagiarsi su entrambe le sponde di un fiume (il Brenta), Borgo Valsugana ha il fascino discreto di un borgo che ha saputo conservare la sua autenticità. Il centro storico mescola l'architettura veneziana a quella tirolese, rivelando la storica e strategica posizione di confine del paese e bei palazzi dai portali barocchi, case color pastello, bassi portici e inattesi squarci sui monti. Sulla riva destra del Brenta, si susseguono diverse belle chiese, tra cui la chiesa di Sant’Anna. Di origine secentesca e rifatta nel Settecento, si erge nella piccola e suggestiva Piazza Martiri della Resistenza. Più avanti, la Pieve della Natività di Maria, fondata nel 1027 e rifatta nel Seicento. Proprio di fianco, l’ex mulino Spagolla ospita la Mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana e sul Lagorai, parte del Museo diffuso della Valsugana racconta la prima guerra mondiale vissuta nel territorio, illustrando la vita dei soldati al fronte attraverso reperti rinvenuti in zona. La chiesa di San Rocco conserva invece affreschi del 1516 (Storie del Santo). Uscendo un po’ dal paese, è quasi doveroso salire a Castel Telvana, una imponente fortezza trecentesca: non è visitabile, ma la passeggiata fin qui regala panorami e scorci splendidi. Infine, e che fine, c’è Arte Sella, un museo a cielo aperto immerso nei boschi della Val di Sella, dove l'arte contemporanea si fonde con la natura in un dialogo sorprendente. Qui, artisti provenienti da tutto il mondo hanno realizzato opere d’arte utilizzando esclusivamente materiali naturali come legno, pietre e foglie, dando vita a sculture effimere che si trasformano con il passare delle stagioni. Lasciata Borgo Valsugana, si segue la ciclabile senza sosta fino a Grigno, che regala angoli di natura ancora incontaminati, come la Riserva naturale del Fontanazzo, residuo di bosco fluviale caratterizzato in particolare da stagni, zone palustri e boschi umidi. L’area di questa riserva naturale copre circa 50 ettari e ospita tantissime specie diverse di flora e fauna. Salici, ontani, olmi campestri e aceri, canne, giunchi e lino: l’habitat perfetto per cormorani, aironi, anatre, svassi e la meta ideale per gli appassionati di birdwatching. Il sentiero di visita è inoltre corredato da punti di osservazione per gli uccelli acquatici, ma anche da tabelle e bacheche descrittive. Da qui, la ciclabile protetta continua fino a Cismon del Grappa, poi si procede su strada secondaria a traffico promiscuo, generalmente ben praticabile.

Punto d'interesse

Bassano del Grappa

PRO LOCO BASSANO DEL GRAPPA
Via Giacomo Matteotti 23
probassano.it

Dalla Riserva naturale del Fontanazzo in una ventina di minuti si sconfina in Veneto. Per raggiungere Bassano del Grappa ci vogliono ancora poco meno di due ore di pedalata, intervallata da aree di sosta, come il BiciGrill di Tezze di Grigno, e piccoli centri come Cismon del Grappa, con le sue nobili architetture e un sorprendente sfondo dolomitico; Valstagna, con il museo sul Canal di Brenta, che ha fatto la fortuna del luogo con il trasporto del legname destinato alla Serenissima e su cui oggi scivolano e saltano canoe, kayak e gommoni da rafting; Pove del Grappa, noto per le sue cave e l’abilità degli scalpellini locali. Eccola, Bassano del Grappa, con i suoi edifici colorati e l’iconico Ponte Vecchio. Niente a che vedere con l’omonimo fiorentino, tant’è che ha un secondo nome, “Ponte degli Alpini”, in onore di quegli alpini che lo difesero strenuamente durante la Grande Guerra, e lo rimisero in piedi dopo la seconda guerra mondiale. A loro è dedicato anche il Museo degli Alpini, a cui si accede dalla taverna alla testata del ponte sul versante opposto al centro città. Un gioiello architettonico che fu costruito nel 1209 e che, nonostante le piene impetuose e le distruzioni belliche, è sempre risorto. L'attuale veste, interamente in legno, porta la firma di Andrea Palladio, che lo progettò nel 1569. Insomma, questa meraviglia che scavalca il Brenta ha un fascino tutto suo, squisitamente veneto. Altro motivo di incanto di Bassano è certamente il suo centro storico, compatto, con un dedalo di viuzze acciottolate, stradine pittoresche costellate di negozietti di artigianato locale, botteghe e osterie. Poi piazza Libertà e piazza Garibaldi: a pochissimi passi l’una dall’altra, sono due piazze gemelle nella forma, ma ognuna con la sua distinta personalità. La prima è un elegante salotto a cielo aperto, palazzi signorili ornati da affreschi sbiaditi dal tempo, testimoni silenziosi di secoli di storia, e l’elegante porticato della Loggia comunale. In Piazza Garibaldi si respira invece un'atmosfera leggermente più vivace e informale. Vi si affacciano la chiesa gotica-romanica di S. Francesco, la Torre Civica che svetta orgogliosa del suo passato medievale e del suo orologio astronomico, il Museo Civico e il rinascimentale Palazzo Bonaguro. Tornando verso gli argini, il settecentesco Palazzo Sturm ospita il Museo della Ceramica, che vanta più di mille pezzi tra maioliche, porcellane, vassoi e altri oggetti. Non resta che dedicarsi al riposo, con una degustazione di grappa in una delle distillerie bassanesi, oppure con un “mezzo e mezzo” (per i local solo “mezzo”), aperitivo nato negli anni Settanta dalla fantasia di un cliente abitudinario della Grapperia Nardini che suggerì di “smezzare” il vermouth rosso di casa Nardini con il liquore al rabarbaro. È bastata l’aggiunta di una spruzzata di seltz e scorza di limone per il tocco finale e il “mezzo e mezzo” è diventato un cult. La ciclabile della Valsugana termina qui, ma sappiate che da Bassano inizia la tredicesima tappa della via Romea Germanica che conduce a Piazzola sul Brenta.