Pubblicata il: 5 Maggio 2025

L’Eroica. In bici nelle Crete Senesi

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Descrizione

L'Eroica. Già il nome evoca immagini di ciclisti impolverati su biciclette d'acciaio, intenti a sfidare strade bianche sotto il sole della Toscana. Sebbene l'anima vintage dell'evento sia innegabile, il suo percorso può diventare un'avventura ciclistica aperta a chiunque. Si può quindi accantonare la rigida etichetta delle bici d'epoca (a meno che non se ne possieda una), e prepararsi a pedalare tra colline ondulate e cipressi in qualsiasi periodo dell’anno e con qualsiasi tipo di bici (con un occhio di riguardo ai copertoni). Esistono due percorsi permanenti, l’Eroica “classica” e l’Eroica Montalcino, più altri tracciati di diverse lunghezze e difficoltà. Tuttavia nessuno vieta di farne un mix e personalizzare il proprio viaggio. Non c’è dubbio: qualsiasi sia la scelta, la bellezza del paesaggio naturale e le atmosfere dei borghi che lo punteggiano lasceranno a bocca aperta. Si attraversano le colline argillose delle Crete Senesi partendo dalla tappa 8 della ciclabile Montalcino, che va da San Giovanni d’Asso a Buonconvento, per spostarsi poi sul tracciato dell’Eroica classica e altre varianti toccando Asciano e Monteroni d’Arbia.


Le Crete Senesi: un paesaggio quasi alieno nel cuore della Toscana che milioni di anni fa era un mondo sommerso dal mare. Poi le acque si sono ritirate facendo emergere sedimenti ricchi di argilla e minerali che tempo e vento hanno plasmato creando un panorama unico. Campi di grano dorati si alternano a calanchi bianchi, qualche cipresso isolato spicca come una pennellata verde in un quadro altrimenti monocromatico e i casolari sui colli sono i testimoni di una vita rurale che resiste al passare del tempo. Il modo migliore per immergersi in questo paesaggio è inforcare una bicicletta e seguire parte del tracciato dell’Eroica che si snoda tra strisce d’asfalto e strade bianche. La prima parte del percorso ricalca i circa 13 chilometri della tappa 8 dell’Eroica Montalcino, che alterna tratti di strada bianca sterrata a tratti d’asfalto e va da San Giovanni d’Asso, dove potersi inebriare del profumo di tartufo bianco, eccellenza locale a cui è dedicato anche un museo, a Buonconvento che, sorpresa delle sorprese, si discosta un po’ dallo stereotipo del borgo medievale grazie alle architetture liberty e déco dentro e fuori le mura. Da questo borgo rosso d’argilla, si torna sul tracciato dell’Eroica classica e seguendo strade perlopiù sterrate in aperta campagna, dove querce e filari di cipressi sono il preludio di poderi e fattorie, dopo circa 23 chilometri di pedalata si arriva ad Asciano, borgo dall’anima gentile, tanto da essere affettuosamente soprannominato "il Paese del Garbo”, appellativo coniato dai senesi nel XIV secolo, riconoscenti della cortesia e del valore della comunità ascianese. Lasciata Asciano, lungo la provinciale 12, si percorrono circa 16 chilometri su asfalto per la tappa finale, Monteroni d’Arbia, paese cresciuto intorno a un mulino fortificato probabilmente all’inizio del Trecento e dove ancora risuonano i passi dei pellegrini in viaggio sull'antica Via Francigena. Da qui, una bella strada bianca leggermente in salita porta a quel che rimane della Pieve di San Martino in Grania, un luogo colmo di atmosfera, storia e leggende.

Luoghi dell'esperienza

Vedi su mappa

Punto d'interesse

San Giovanni d’Asso

PRO LOCO
Via XX Settembre 43/A
tartufodisangiovannidasso.it
cittadeltartufo.com

MUSEO DEL TARTUFO
Piazza Gramsci 1
museisenesi.org/museo/museo-del-tartufo-e-centro-di-documentazione
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Di bianco qui non ci sono solamente le strade polverose che ne disegnano la campagna: a San Giovanni d’Asso, infatti, l’eccellenza gastronomica è il tartufo bianco, che trova nel terreno argilloso delle Crete Senesi le condizioni ideali per crescere. Oltre ad assaggiarlo nei ristoranti tipici, doverosa è la visita al Museo del Tartufo ospitato nei sotterranei della rocca medievale che domina il borgo. Si tratta del primo museo italiano dedicato interamente al tartufo, che offre un percorso sensoriale e didattico che svela i segreti della ricerca, della conservazione e dell'utilizzo di questa prelibatezza che in ogni stagione ha la sua sagra: a novembre la Mostra-mercato del tartufo bianco, dedicata al fungo più pregiato e difficile da trovare a marzo la Mostra-mercato del tartufo marzuolo e in estate la Settimana del tartufo estivo, con pietanze al tartufo in un ristorante della zona sem¬pre diverso. Al di là della gastronomia, San Giovanni d’Asso è un vero gioiellino architettonico che svela le sue origini nel nucleo medievale fortificato, documentato dal 1151. A partire dal castello, prima residenza nobiliare e poi grancia, ovvero fattoria fortificata con tanto di fossato, ponte levatoio, cantine e cisterne, fino alle chiese, come la romanica chiesa di S. Giovanni Battista, risalente al XIV secolo, la chiesa della Misericordia, dedicata a S. Antonio Abate, che prende il nome dalla confraternita omonima fondata nel 1854, per cui oggi funge da oratorio e la chiesa di S. Pietro in Villore, dell’XI-XII secolo che si erge invece nella parte bassa del paese. Ultima sorpresa, poco fuori da l borgo, è il Bosco della Regnaia, un giardino incantato di 9 ettari ideato dall’artista americano Sheppard Craige, che continua a lavorarci dal 1996. Lo ha definito un “parco metafisico”: gli oggetti artistici di cui è disseminato il boschetto esortano lo spettatore a una riscoperta interiore proprio a partire dalla quiete e dalla natura in cui sono calati.

Punto d'interesse

Asciano

PRO LOCO ASCIANO
Via Amos Cassioli 2, Asciano
prolocoasciano.it

MUSEO CASSIOLI
Via Fiume 8, Asciano
museisenesi.org/museo/museo-cassioli-pittura-senese-dellottocento-asciano
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO E D’ARTE SACRA PALAZZO CORBOLI
Corso Giacomo Matteotti 122, Asciano
museisenesi.org/museo/museo-civico-archeologico-e-darte-sacra-palazzo-corboli
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Con Buonconvento alle spalle attendono una ventina di chilometri di puro godimento sensoriale. La strada, un mix di asfalto e sterrato, conduce dolcemente tra le sinuose colline senesi, punteggiate dalle inconfondibili biancane e dagli scoscesi calanchi. Qui, il silenzio ovattato è un lusso ritrovato, interrotto solo dal fruscio del vento tra i vigneti e i cipressi che si alternano a tratti boschivi ombrosi. E quando la vegetazione si dirada, ecco aprirsi panorami mozzafiato sulle colline che giocano con la luce, ora brillanti ora più scure. Ad Asciano, le parole d'ordine sono due: arte e archeologia. Per un tuffo nell'arte, c’è il Museo Cassioli, un vero scrigno dedicato alla pittura senese del XIX secolo dove ammirare le opere degli artisti che animarono l'Accademia d'Arte e i vivaci atelier della zona, testimoni di un'epoca di grande fermento artistico. Di archeologia e storia antichissima invece parla Palazzo Corboli, edificio medievale dalle sale affrescate che ospita le preziose collezioni del Museo civico archeologico e d’Arte sacra: un viaggio nel tempo tra capolavori di maestri come Giovanni Pisano, Taddeo di Bartolo e Ambrogio Lorenzetti. Il vero tesoro si cela, però, ai piani superiori: reperti principalmente etruschi, rinvenuti nell’Alta Valle dell’Ombrone, con pezzi unici provenienti dalle necropoli di Poggio Pinci e dal tumulo del Molinello. L'arte sacra si svela anche all'interno della chiesa di Sant'Agostino. Questa basilica duecentesca, rimaneggiata nel Quattrocento, ha svelato durante un restauro delle sorprendenti decorazioni con un interessante effetto ottico trompe l'œil sotto l'intonaco, oltre a preziosi affreschi medievali e cicli pittorici risalenti ai secoli XIV e XVI. Da non dimenticare la più antica basilica romanica di Sant'Agata, con le sue decorazioni in stile lombardo, testimonianza di antichi scambi culturali. C’è un'altra caratteristica che rende questo borgo medievale speciale: la sua reputazione di "Paese del garbo", appellativo che testimonia la "cortesia" dimostrata dai valorosi e coraggiosi ascianesi già nel lontano 1260, quando durante la battaglia di Montaperti i guelfi fiorentini furono sconfitti dai ghibellini senesi con il contributo delle milizie ascianesi. In quanto a vivacità, il borgo si anima a Carnevale con musica, balli, esibizioni e coloratissime sfilate e, a settembre, con il Palio dei Ciuchi: sono gli asini delle sette contrade rivali a sfidarsi in una corsa avvincente preceduta da un suggestivo corteo storico e da spettacolari esibizioni di sbandieratori.

Punto d'interesse

Monteroni d'Arbia

UFFICIO DEL TURISMO
Piazzetta del Mulino 25
comune.monteronidarbia.si.it

Si scivola su circa 16 chilometri d'asfalto lungo la provinciale 12, mentre intorno il paesaggio è un susseguirsi fiabesco di biancane luminose e calanchi severi, fino a Monteroni d’Arbia, borgo legato a doppio filo all'acqua e alla terra che ha visto transitare pellegrini e viandanti in viaggio sulla Via Francigena. Il centro storico è cresciuto intorno al suo imponente Mulino Fortificato, una struttura quasi unica nel suo genere che ancora oggi domina il fiume. Edificato nel Trecento per volere dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena – all’epoca una delle più potenti e ricche organizzazioni caritative, economiche e politiche d'Europa che già possedeva terre vastissime – serviva a macinare le enormi quantità di grano raccolte concentrando la produzione in un unico punto efficiente e controllabile. Altro simbolo di Monteroni è la Grancia di Cuna, poco fuori dal paese. Non un posto qualunque: alte mura difensive, una torre che svetta come un mastio, cortili interni protetti, magazzini capienti e persino una chiesetta dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo con affreschi trecenteschi come la Madonna con bambino, la Presentazione al Tempio e l’Adorazione dei Magi. Un baluardo economico e difensivo in mezzo alla campagna quando il grano era ricchezza e in tempi turbolenti bisognava proteggerlo da razzie e incursioni. Da Monteroni, una strada bianca in salita conduce ai ruderi della pieve di San Martino in Grania. Il dislivello è di 287 metri, ma la fatica è ripagata da un paesaggio in cui il silenzio diventa quasi palpabile. Quel poco che resta della pieve emerge nel nulla con austera semplicità: una presenza discreta, quasi fusa con lo scenario che la circonda e la custodisce da secoli. Un luogo isolato, custode di storie dimenticate, che parla di un tempo in cui queste pievi erano fari spirituali e punti di riferimento per comunità, viandanti e anime in cerca di pace. Sussurri e leggende sembrano aleggiare intorno a San Martino in Grania, come gli echi lontani di poveri contadini che vivevano qui e pellegrini che vi trovarono rifugio.

Punto d'interesse

Buonconvento

PRO LOCO BUONCONVENTO
Via Soccini 17
prolocobuonconvento.com

MUSEO COMUNALE DI ARTE SACRA DELLA VAL D’ARBIA
Via Soccini 18
artesacra.museibuonconvento.com
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

MUSEO DELLA MEZZADRIA SENESE
Tinaia del Taja, piazzale Garibaldi 10, Buonconvento
mezzadria.museibuonconvento.com
Condizioni di visita: ingresso a pagamento

Lasciata San Giovanni d'Asso, una dozzina di chilometri – parte su asfalto, parte su quelle iconiche strade bianche che solcano le Crete Senesi – conducono a Buonconvento, racchiuso da mura scarlatte, dove la storia antica della Francigena si intreccia con l'eleganza del primo Novecento e le profonde radici agricole della sua valle. Il borgo accoglie con l'abbraccio caldo e compatto delle sue mura trecentesche, quasi interamente conservate e costruite con quei mattoni rossi che sono la firma del borgo. È proprio l'argilla locale, infatti, ad aver plasmato l'identità architettonica del luogo, dando vita a un cotto celebre che caratterizza facciate e strutture. Varcate le porte, si entra in un'atmosfera dove il tempo sembra scorrere a un ritmo più misurato. La tranquillità che regna tra vicoli lastricati è forse l'eredità di quel passato da luogo di sosta e ristoro per i pellegrini in cammino verso Roma. Tuttavia, sebbene la vita scorra placida per gran parte dell'anno, a metà settembre il borgo si accende, mostrando l'anima più conviviale della comunità, con la Sagra della Val d'Arbia: un'esplosione di sapori locali, artigianato e sfide culinarie tra i quartieri. Ma ciò che distingue Buonconvento da tanti altri splendidi borghi toscani è l'inaspettata e affascinante coesistenza tra l'impianto medievale e le significative testimonianze di architettura Liberty e Déco. Passeggiando lungo la via principale, Via Soccini, lo sguardo viene catturato da eleganti palazzi signorili. Accanto a strutture dall'aspetto più antico come il Palazzo Podestarile con la sua torre civica, spiccano edifici come Palazzo Ricci-Soccini. Quest'ultimo, oltre a ospitare il pregevole Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia (con opere importanti di scuola senese, da Duccio di Buoninsegna a Pietro Lorenzetti), mostra dettagli architettonici raffinati. Ancora più evidente è il fascino del Palazzo Grisaldi Del Taja (noto anche come Palazzo Taja): interamente in mattoni, con le sue caratteristiche finestre ad arco e dettagli come il portone intarsiato, è sede del toccante Museo della Mezzadria Senese, che racconta la vita rurale attraverso ricostruzioni, foto e oggetti d'epoca.