Pubblicata il: 21 Novembre 2023

VIAGGIO A TERCEIRA

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Descrizione

Nel mezzo dell’oceano Atlantico, a poco più di mille km da Lisbona e di tremila da New York, si trova una verdissima isola vulcanica appartenente all’arcipelago delle Azzorre: Terceira. Il suo nome indica il grado cronologico con cui venne scoperta (fu la terza dell’arcipelago) ed è anche la terza per estensione (circa 400 km²). Tra tutte le isole delle Azzorre abbiamo optato per Terceira consapevoli di non scegliere quella più “famosa”; volevamo visitare e scoprire un’isola ancora autentica e relativamente poco turistica (quella più battuta dal turismo è São Miguel mentre quella più famosa a livello enologico è Pico), ma che allo stesso tempo avesse una storia enoica interessante e meritevole di essere raccontata. Terceira dunque faceva proprio al caso nostro. Dal punto di vista eno-turistico, però, Terceira deve ancora fare molta strada, nonostante la storia del vino qui non manchi ed addirittura abbia nella zona di Biscoitos, a nord, una delle pochissime denominazioni delle Azzorre (le altre sono Pico e Graciosa, nelle omonime isole). Se, per esempio, vi recate all’ufficio turistico di Angra do Heroismo, l’antica capitale delle Azzorre e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il consiglio che vi daranno se chiedete di cantine visitabili, sarà quello di recarvi a visitare il Museu do Vinho di Biscoitos. Ad essere sinceri, a noi è sembrato un po’ poco. Eppure facendo ricerche prima di partire avevamo trovato, anche se non senza una certa difficoltà, informazioni circa la storia del vino qui a Terceira; una storia che vede i vini fortificati nel ruolo del protagonista, vista l’importanza che nel passato le isole ebbero come porti intermedi per le grandi esplorazioni marittime portoghesi del XVI secolo dirette in America, Asia e Africa. La viticoltura di Terceira si sviluppa intorno ad un bisogno comune e primario nelle isole dell’Atlantico: proteggere la vite dai venti oceanici, che essendo carichi di umidità danneggerebbero la pianta. Ecco che allora compaiono i muretti a secco fatti di pietre laviche (chiamati localmente currais), che delimitano piccole parcelle di terreno, di forma quadrata o rettangolare, solitamente di pochi metri quadrati, all’interno delle quali trovano dimora poche piante. In alcuni casi, però, si può veder crescere anche una sola pianta, la cui età non è risaputa ma abbastanza evidente viste le dimensioni del tronco e la lunghezza dei rami. Solitamente la pianta cresce strisciante e posizionata all’interno di una buca scavata nella pietra vulcanica. Ma i vignaioli recentemente stanno utilizzando sempre più il guyot a filare, tenuto comunque più basso rispetto al nostrano per evitare di esporre la vite ai venti. La varietà predominante è la Verdelho, e si pensa sia stata importata dalla Sicilia ai tempi di Enrico il Navigatore (XV/XVI secolo) dai Frati Francescani, sbarcati in quegli anni alle Azzorre e portatori di una cultura viticola fino ad allora assente tra i (pochi) residenti dell’arcipelago.

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Punto d'interesse

Terceira